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WUGC LONDRA 2016. IL BILANCIO DELLA SPEDIZIONE AZZURRA

WUGC LONDRA 2016. IL BILANCIO DELLA SPEDIZIONE AZZURRA

E’ stato un mondiale dolceamaro, quello londinese, per le nostre Nazionali. Dolce perché, dal punto di vista puramente statistico, il bilancio dei World Ultimate and Guts Championship ci consegna il miglior piazzamento di sempre sia per la Open che per la Women. Il retrogusto amaro si deve invece alla sensazione che, alla fine, il valore potenziale delle squadre azzurre sia anche superiore al 9° posto dei ragazzi e al 13° delle ragazze, ma che alla prova del campo tutto questo non si riesca sempre a dimostrare.

Partiamo con la Open, che chiude la rassegna iridata con cinque vittorie su (sole) sette partite giocate. Poche, rispetto al numero degli effettivi a disposizione, ma sufficienti a sottolineare il crescendo di una squadra tra le più giovani del mondiale.

Dopo un Day 2 che lo staff azzurro ha definito “tragico”, e che ha costretto la squadra ad affrontare gli spareggi per evitare il tabellone 17-32, i ragazzi hanno saputo risalire la china con quattro vittorie consecutive convincenti.

“Al di là del bel risultato, è stato fantastico vedere la reazione della squadra” hanno commentato i coach Temporin e Terninko al rientro. “Ottima l'unità del gruppo, sempre allegro e coeso nonostante i malumori per il giocare poco fossero in agguato con ben 23 ragazzi, tutti fortissimi, da far ruotare in così poche partite".

“Ma la cosa più entusiasmante è stata vedere così tanti giovani U23 che si sono fatti valere alla grandissima, crescendo a dismisura nel corso del torneo ed arrivando a tirare la carretta quanto, se non più, dei senatori. Menzione speciale per il rookie Enrico Mastroianni, il top scorer Simone Gasperini e per il CioppoVolante Giovanni Santucci. Unica nota triste l'improvvisa forzata assenza del nostro ‘Get Horizontal’ Cris, che ci è mancato tantissimo e al quale va il nostro ideale abbraccio”.

E poi c’è il rimpianto di non aver avuto l'occasione per vendicare la sconfitta del primo giorno di gare con la Francia, che sarebbe stata avversaria dell’Italia nella semifinale 9-12. Questa parte del tabellone purtroppo è saltata causa campi allagati ed inutilizzabili, così gli azzurri chiudono al nono posto, a pari merito proprio con i galletti, Austria e Nuova Zelanda.

 

Passiamo alla Women dei coach Artoni e Bondi, uscita anche lei con le ossa rotte da una Pool iniziale che, con il senno di poi, forse è risultata essere troppo sbilanciata (tre squadre di questo raggruppamento hanno chiuso fra le prime otto del mondiale). Dopo l’agile esordio con le Filippine, infatti, le azzurre hanno subìto lo strapotere di Australia e Colombia, arrivando scariche alla sfida decisiva con la Russia.

Come accaduto ai ragazzi, le nostre portacolori hanno però ritrovato motivazione e grinta, infilando le due vittorie che le hanno proiettate nel tabellone per le piazze dalla 9 alla 16. La sconfitta con la Svezia, in quella che è stata l’ultima partita mondiale dell’Italia Women, ha invece confermato quello che è stato un po’ il problema delle ragazze durante tutto il torneo, ovvero una difesa troppo “tenera” e incapace di trasformare i turnover in break.

Nessun dramma, ma anzi presa di coscienza su quale sia la direzione sulla quale lavorare in vista dei prossimi appuntamenti internazionali. Resta quel 13° posto, in condominio con Francia, Gran Bretagna e Spagna, da cui ripartire.

“Siamo giunte alla fine di questa avventura un po' amareggiate per il risultato, ma con tantissima voglia di migliorare e con la testa già proiettata al futuro”, confermano le azzurre. “Un sincero grazie alle nostre coach per aver avuto fiducia in noi e per averci supportato e sopportato durante il percorso. E un grande grazie a noi stesse per l'impegno, la volontà e i sacrifici fatti per questa bellissima esperienza”.

 

Ci sarà da lavorare anche sullo Spirit Of The Game. I mondiali di Londra hanno spedito le nostre squadre alle soglie dell’ultimo posto (penultima la maschile, con 1,14 di media in falli e contatto fisico, terzultima la femminile), risultato sul quale si dovrà riflettere.

 

In ogni caso, da parte di tutto il movimento dell’Ultimate italiano, un sentito grazie ai nostri atleti e alle nostre atlete per le emozioni che ci hanno fatto vivere in questi giorni!