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CUSB La Fotta e CUSB Shout medaglie d'argento nella Champions

CUSB La Fotta e CUSB Shout medaglie d'argento nella Champions

Ancora una volta in finale, ancora una volta nella storia dell’Ultimate europeo. Le due formazioni del CUSB Bologna, men e women, si sono presentate agli XEUCF (i Campionati europei per club) di Bruges da detentori del titolo, per cui era lecito coltivare qualche aspettativa. Ma, a differenza dell’ultima edizione, stavolta è mancata la zampata decisiva per ripetere l’incredibile impresa del 2019. In questa intervista doppia, ne parliamo con due dei protagonisti, il capitano del CUSB La Fotta, Arturo Laffi, e la capitana delle CUSB Shout, Gaia Pancotti.

Innanzitutto, com’è stato tornare a giocare in ambito internazionale e a questi livelli?

Arturo: È stato divertentissimo! Non vedevamo l'ora. Siamo partiti un po' arrugginiti, poi ci siamo ricordati della parte agonistica di questo sport. Giocare ad allenamento è un conto, ma giocare contro altre squadre è tutt'altra cosa.

Gaia: Non ero più abituata a quelle sensazioni, la paura di sbagliare anche un solo disco mi faceva tremare. Poi, alla prima meta, tutto è svanito. Tornare a giocare subito alla Champions è stato tosto, ma allo stesso tempo pieno di carica ed energia. Era la situazione ideale per buttar fuori tutto ciò che abbiamo racimolato in questi due anni. 

 

Come è stato il cammino che vi ha portato alla finale? Cosa ha funzionato bene e cosa meno?

Arturo: Il cammino per noi è stato lungo e per niente scontato. Il livello delle squadre era veramente alto, ne siamo rimasti stupiti. Con ogni squadra, se presa sottogamba, rischiavi di perdere. Abbiam lavorato bene sullo spirito di squadra, l'intensità in campo e sulla difesa. Purtroppo, ad alto livello vince chi fa meno errori e noi in diverse situazioni non abbiamo concretizzato un turn over o abbiam fatto errori banali.

Gaia: Il formato era un po’ strano, tanto che nei due giorni cruciali ci aspettavano 5 partite, follia. Abbiamo fatto tre vittorie di fila, poi han cancellato qualche partita e quelle dopo erano subito dentro o fuori. Devo dire che fino alla finale poche sono le cose che non sono andate bene. Siamo riuscite a far giocare tutte e far riposare le top player nel momento giusto. Dobbiamo ancora lavorare bene sull’approccio/mentalità alle partite, ma forse è questione di deconcentrazione, dovuta anche dal fatto che da due anni non si giocano partite di alto livello.

 

Le due finali son state un po' diverse. Ma in entrambe cosa è mancato per ripetere l’impresa della precedente edizione?

Arturo: A noi è mancata la solidità col disco in mano, ci son state un paio di incomprensioni e poca pazienza. Loro hanno schierato una grande difesa e noi siam caduti in tentazione troppe volte, anche senza un particolare motivo. Gli inglesi rimangono una grande squadra, ma che non pensino di essersi ripresi l'Europa a lungo....

Gaia: Purtroppo l’infortunio a inizio partita di Irene Scazzieri ha inciso sulla lucidità di molte giocatrici. Ma siamo riuscite a tirare fuori una buona grinta, tanto che all’half time eravamo sopra. Ma da lì in poi tanti errori personali non ci hanno permesso di esprimere la finale che volevamo, è calata la concentrazione e la freddezza. Le nostre avversarie erano molto più concentrate di noi. Quest’anno è andata così, adesso penseremo a come migliorare. Siamo sicure di una cosa: le sensazioni che abbiam provato dopo la sconfitta, non le vogliamo vivere più!

 

Ricordiamo che agli XEUCF hanno anche partecipato altre squadre italiane che hanno comunque ben figurato: Cotarica Grandes e CUSB Redbulls51 nella Men, Discobolo women e CUSB Red Shot mixed.